venerdì 3 novembre 2017

Aggiungi una strofa all'Amore

Il Teatro Brancaccio di Roma celebra i suoi 80 anni (1937-2017) riportando sulle scene in tutto il suo splendore una delle più amate commedie musicali italiane:  Aggiungi un posto a tavola, di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, scritta con Jaja Fiastri e con le intramontabili musiche di Armando Trovajoli, del quale quest’anno ricorre il centenario dalla nascita.

Gianluca Guidi torna per la seconda volta – dopo l’edizione 2009/2010 – a indossare la tonaca di Don Silvestro, il “pretino” di montagna con la faccia simpatica che riceve una telefonata da Dio, il quale gli affida il gravoso compito di organizzare un secondo Diluvio universale, così da ripopolare la terra nel tentativo di rinnovare l’umanità.
Interpretare nuovamente questo ruolo è una sfida, ma lo è altrettanto occuparsi, questa volta, anche dell’allestimento, senza tradire per nulla la regia originale di G&G; anzi, nel complesso, risulta appropriato affermare che Guidi, sia come interprete che come regista, abbia saputo infondere una rigenerante e apprezzata linfa a uno spettacolo che, comunque, è e resterà un evergreen.
L’obiettivo è stato raggiunto grazie alla collaborazione di un eccellente team creativo, che comprende il coreografo Gino Landi – che ha ripreso le proprie coreografie originali del 1974, assistito da Cristina Arrò, già ballerina in una precedente edizione dello spettacolo; il direttore musicale Maurizio Abeni, già assistente del Maestro Trovajoli, che dirige l'orchestra dal vivo, per la prima volta dopo l’edizione del 1977; dallo scenografo Gabriele Moreschi, che ha adattato la celebre e ingegnosa scenografia originale di Giulio Coltellacci, con il doppio girevole e la grande arca: una maestosa “macchina teatrale”, che più la osservi, più sembra “vivere di vita propria”.

La Compagnia con il produttore Alessandro Longobardi

A pronunciare da “Lassù”, quel “C’era una voltà…”, che dà inizio a questa favola musicale, adesso c’è, in carne e ossa (e voce) Enzo Garinei, “promosso” al ruolo di Domineddio, dopo oltre 500 repliche nei panni di Crispino.

Emy Bergamo è nuovamente prima attrice in uno spettacolo targato G&G (dopo Rugantino e Se il tempo fosse un gambero): la sua Consolazione è decisamente orientata all’epoca moderna e con un abile atteggiamento da “pantera” è sottilmente in grado di attirare su di sé l’attenzione del pubblico; ma, se è vero che tutte le interpreti di questo ruolo (da Bice Valori a Marisa Laurito, passando per Alida Chelli e Chiara Noschese) hanno saputo in qualche modo “fare proprio” il personaggio, in questo caso la showgirl può ancora personalizzarlo, anche attraverso una comicità più elegante, ma comunque incisiva.

Dopo aver interpretato Toto nell’edizione 2009/2010, adesso Marco Simeoli raccoglie il testimone da Enzo Garinei calandosi nei panni del sindaco Crispino: una “responsabilità” che l’attore accetta di buon grado, con la necessaria voglia di mettersi in gioco, offrendo al pubblico un’interpretazione caratterizzata dall’ effetto comico “ragionato” e mai sopra le righe. A mettersi alla prova nei panniv di Toto, ora tocca a Piero Di Blasio, con un’interpretazione gagliarda, nella quale pur “mantenendo il candore di un bambino”, dimostra non solo la propria duttilità come performer, ma anche una inusuale agilità fisica.

Molto apprezzata dal pubblico l’interpretazione di Beatrice Arnera: la “nuova” Clementina non è più (solamente) una ragazzina innamorata del suo parroco, ma è una giovane che, interfacciandosi con Don Silvestro, dà libero sfogo a una sorta di “nevrosi 2.0”, espressa soprattutto attraverso la recitazione, supportata da una vocalità caratterizzata da freschezza e grinta. Anche se non sempre convincente, è un'ottima esecutrice delle indicazioni di regia, dunque ci si aspetta  che sarà in grado di affinare autonomamente la padronanza delle proprie potenzialità di performer.
Infine, Francesca Nunzi è un’ Ortensia meno tradizionalista e “fervente”, rispetto alle edizioni passate,  ma la sua interpretazione risulta la più completa e tecnicamente strutturata: i suoi assoli ne risaltano la competenza vocale e la sua esperienza di attrice viene messa in risalto dalla disinvolta applicazione di appropriati tempi comici.

Oltre alla distribuzione dei ruoli, questa edizione risulta alcune inaspettate e piacevoli sorprese, tra cui nuovi arrangiamenti per alcune canzoni (una su tutte, L’amore secondo me, che mantiene la tradizionale struttura a quattro voci con  un’esecuzione orchestrale decisamente più “fresca” e dinamica)  e il ruolo del Cardinale Consalvo (Matteo Guma), che per la prima volta viene interpretato in un misto di espressioni italiane e latine (ma senza ricorrere all’uso di un distorsore vocale).
Infine, c’è un momento di questa edizione dello spettacolo in cui il tradizionale aspetto favolistico viene messo da parte, generando riflessioni (ancora) più approfondite. Si tratta proprio della scena del diluvio, durante la quale don  Silvestro, opponendosi alla volontà di Dio, gli si rivolge cantando queste parole: “Sei sicuro di quello che fai? Fosti tu a insegnarci il perdono”. Quella che, nelle edizioni passate, è sempre stata una “reprise”, oggi, con una strofa in più, racchiude il senso profondo dello spettacolo, ancor più della stessa Aggiungi un posto a tavola e dell’immancabile e sempre emozionante finale, con la Voce di Lassù che annuncia il suo arrivo sotto le sembianze di una colomba bianca che da 43 anni continua a occupare l’unico posto vuoto della lunga tavola al centro della scena.



Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Brancaccio fino al 26 novembre e poi in tour (Catania, Mantova, Napoli, Genova, Pavia, Torino, Bologna). 

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